E’ fermento tra le compagini politiche reatine in seguito alla caduta del governo Draghi e per il fulmineo comunicato del PD provinciale che annuncia la volontà, da parte di Fabio Melilli, di lasciare la politica attiva. Una situazione di per sé già complessa nella quale oltre alle oggettive difficoltà nel rimettere insieme i cocci di una politica disastrata, si aggiungono i mal di pancia dei partiti locali che si additano tra loro, cercando un responsabile.
“Ci sembra che il PD caschi dalle nuvole – scrive NOME Officina Politica. Due anni fa ci invitò ad andare a votare a favore di quella riduzione di parlamentari e a chi, come noi, segnalava il grave danno ANCHE per il nostro territorio, veniva garantito che una nuova legge elettorale avrebbe messo tutto a posto. Purtroppo, nulla è stato messo a posto, e l’ennesimo “scippo” al territorio rimane senza autori. Dicevamo allora che Rieti si sarebbe dovute affidare, nella scelta di rappresentanti del territorio, non ai cittadini ma ai partiti, ancora più che nella situazione preesistente. Sarà interessante verificare l’approccio ai prossimi appuntamenti elettorali: vedremo se vorrà essere quello del “campo largo” predicato da Letta, quello del ”minestrone ristretto” PD-progressisti con sfumature anti-draghiane o quello mono-ingrediente proposto dal circolo del PD di Rieti”.
Polemiche anche dal gruppo Forza Italia Rieti: “É palese il tentativo politico di “incolpare” il centro destra per la caduta del Governo Draghi – scrive in una nota il gruppo Forza Italia di Rieti – mentre se di colpevoli si vuol parlare, occorre che i Dem si rivolgano soprattutto agli alleati del M5S. E appare ancora più evidente il “dispiacere” dopo lo scioglimento delle camere, per non poter più effettuare le solite manovre di palazzo, che hanno permesso ad un partito, da lungo tempo non in sintonia con il proprio elettorato, di governare per lunghi anni”.