Dopo due anni di restrizioni, la Città “ha riabbracciato” domenica il suo Santo, il Santo più amato, Sant’Antonio. Con l’esposizione della Statua, presso la Basilica di Sant’Agostino, si sono ufficialmente aperti i festeggiamenti per il giugno antoniano reatino. Ieri la festa liturgica del santo. Alle 18.30 il Solenne Pontificale, presieduto da Mons. Ernesto Mandare Vescovo di Sabina e Poggio Mirteto il quale, nella sua omelia si è soffermato sul senso della devozione, dell’attaccamento popolare alla figura del francescano di Padova.«La devozione a Sant’Antonio è tra quelle cose che si imparano succhiando il latte, quindi ti rimangono poi per tutta la vita», ha detto parlando di una dimensione che non viene messa in discussione dagli studi di teologia perché attiene a un approccio diverso: quello evidenziato dagli ex-voto lasciati da chi «si affida a sant’Antonio nelle difficoltà a volte banali, a volte drammatiche dell’esistenza». Un approccio «che ci fa bene, che ci accompagna, che rafforza la nostra fiducia in Dio, che è la cosa più importante». I festeggiamenti per il giugno antoniano reatino proseguono: questa sera, per quanto concerne la parte della cultura, il primo degli approfondimenti nel Chiostro di Sant’Agostino. A partire dalle 21.15 si svolgerà un incontro su “La guerra, il male e noi»: Fra Marcello Bonforte dialoga con il Professor Valerio Ortenzi, docente di Filosofia presso il Liceo Classico “Marco Terenzio Varrone” di Rieti.