Il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, in una lettera inviata ai sindaci dei comuni colpiti dal sisma del 2016 ha annunciato che c’è ancora la possibilità di regolarizzare le domande di contributo per la riparazione dei danni lievi archiviate o rigettate perché incomplete che potranno essere integrate e riproposte agli Uffici Speciali.
LA SCADENZA – Le domande dovranno essere regolarizzate entro il 31 dicembre 2021, se il rigetto è avvenuto prima del 22 ottobre 2021, data di pubblicazione dell’Ordinanza 121, oppure entro 90 giorni dal rigetto, se notificato in data successiva al 22 ottobre. Nella lettera il Commissario ha inoltre ribadito la scadenza imminente del 15 dicembre per la Manifestazione di Volontà a richiedere il
contributo di ricostruzione, pena la sua decadenza, ed ha annunciato che il termine per presentare le richieste per i danni gravi, fissato al 31 dicembre, sarà prorogato con scadenze differenziate.
LE PAROLE DI LEGNINI – “Entro la fine dell’anno e le prime settimane del prossimo, si chiuderà il capitolo dei danni lievi. Poi stabiliremo le nuove scadenze per presentare le richieste relative alla riparazione dei danni gravi, avviata da tempo, ma alla quale è necessario dare ulteriore impulso, con una programmazione delle future scadenze. Si inizierà dai fabbricati di proprietà dei cittadini residenti, titolari del Cas o che usufruiscono delle Sae. C’è la necessità di ridurre la spesa ancora rilevante, relativa ai benefici dell’assistenza, soprattutto quando non esistono più ostacoli concreti all’avvio della ricostruzione, ed accelerare il rientro delle famiglie nelle loro case”, ha sottolineato Legnini.
I DATI INVIATI AI SINDACI – Il Commissario ha affidato a Invitalia una ricognizione sui percettori dell’assistenza, incrociando i loro dati con quelli delle Richieste di contributo e delle Manifestazioni di volontà già pervenute. Gli elenchi sono stati trasmessi ai sindaci, invitandoli ad “attivarsi presso i cittadini che non hanno ancora provveduto agli adempimenti necessari, affinché non perdano i loro diritti”.